venerdì 8 aprile 2016

L'emotività dell'America

Ma… 
“l’America e’ cosi lontana dall’altra parte della luna…..e a vederla mette quasi paura” 
cantava il mitico Lucio Dalla in Anna e Marco nel 1979. Da allora e prima di allora in tanti abbiamo sognato, qualcuno ha preso armi e bagagli e ha fatto il salto nel vuoto. Altri sono rimasti a fantasticare, rodersi, mangiarsi le unghie e in pratica assuefatti a vivere con il rimorso. 
Se non fossi vecchio, giovane,sposato, fidanzato, I genitori anziani,e avessi un lavoro che mi avvinghia, mi coccola, mi deprime, “mi lega come un ubriaco alla bottiglia”,  ma mi da da campare, ora sarei anche io dall’altra parte della luna.
Ognuno di noi ha le sue giuste ragioni, tutte valide, tutte vere ma comunque rimane sempre vero il fatto che per attraversare l’oceano bisogna avere prima il coraggio di allontanarsi dalla spiaggia.
A volte mi domando se non avessi fatto la scelta di provare a lasciare la spiaggia cosa starei facendo ora. Probabilmente le stesse cose che state facendo voi. Starei li a crogiolarmi nel inferno dei miei dubbi aspettando come il sergente Drogo nel “deserto dei tartari” di Dino Buzzati che finalmente succeda qualcosa. Che succeda quello che debba succedere ma che per Dio succeda.
L’ansia, le responsabilità, l’orgoglio, la paura del fallimento, la paura dell’ignoto ma soprattutto I documenti, la carta verde, il visto, ci rubano il sogno, ma e’ proprio vero? L’America e’ poi cosi lontana? Di certo può essere un ottimo alibi per camuffare le nostre debolezze intrinseche perchè magari pensiamo che lontano da casa, lontani dalle convenzioni e abitudini ci potremmo ricostruire una vita diversa. Magari.
Magari prima di proiettare le soluzioni ai nostri problemi e fantasticare soluzioni impossibili  dovremo guardare dentro noi stessi e capire cosa e’ quello che realmente vogliamo, e perchè lo vogliamo. In fondo le stesse cose che si fanno in America si possono fare anche in Italia. Quelli che sono qui molte volte lavorano piu’ di 50 ore alla settimana, il sabato e ogni domenica e sono gli stessi che magari in italia quando c’e’ da fare mezzora in più si lamentavano… ovvio che generalizzo pero’ seguite il mio discorso. Vale veramente la pena venire in America per lavorare sottopagati, senza festivi e ferie pagate mentre si potrebbe fare la stessa cosa ma senza andare troppo lontani.
In fondo l’america e’ un sogno, un ideale, di possibilità dove chi lavora duro riesce. Ma chi lavora duro riesce e c’e’ la fa è perchè insegue un sogno.. un ideale.. un impresa.. un attività concreta. Per inseguire un sogno lo si puo fare in qualsiasi posto, ma se si evade dal concetto, per trovare delle fantomatiche scorciatoie alimentate dalla non conoscenza della realtà, allora bisogna chiedersi se si tratta di scappare da un sogno o di inseguire un sogno.
Correre dietro al vento, muoversi nell’ anonimato della città, dove nessuno ti conosce e sei solo un numero e a volte neanche quello, a testa bassa ti prendi e ti perdi fra le gincane di volti anonimi come il tuo. 
Segui i consigli di chi prima di te è già passato, ma tu pensi tra te e te, vedrai che a me non succederà. Lo spero e te lo auguro. In paradiso c’e’ posto per tutti, in punta di piedi, ma con la determinazione di un fabbro sul pezzo incandescente, picchia duro sull’incudine, dai forma ai tuoi sogni. Guardali trasformarsi, scolpisci il tuo futuro, non aspettare domani, comincia oggi. Ascolta I tuoi dubbi ma non fare dei tuoi dubbi le tue certezze, tutti siamo capaci di sognare e di ispirarci. Lascia andare tutte le idee negative che ti affollano la mente come il suono del serpente a sonagli.
La cosa più importante non è quanto è lontana l’America, ma quanto lontano sei tu dal tuo destino. Cerca e trova la ragione della tua esistenza del perchè sei su questo pianeta. Tutti abbiamo un nostro destino e un nostro perchè.
Noi l'abbiamo trovato in Florida... The Sunshine State.....
 

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